Mercati azionari, non tutti i listini sono uguali: Zurigo si mostra il più resiliente alla crisi

Il 2020, fin qui, è stato un anno certamente poco foriero di soddisfazioni per buona parte dei trader, colpiti, duramente, dalla repentina discesa dei valori della maggior parte degli asset, causata dell’emergenza sanitaria attualmente in corso e che, al momento, non è dato ancora sapere quando si concluderà.

D’altro canto, il lockdown mondiale provoca, inevitabilmente, un quadro di grande incertezza economica, che comporta un’inevitabile contrazione degli utili per la maggior parte delle aziende, salvo quelle delle filiere agro-alimentare, sanitaria e del mondo della comunicazione. Le maggior parte delle persone, purtroppo, vive una situazione di precario equilibrio occupazionale, che si ripercuote, direttamente, su una diminuzione dei consumi.

Listini azionari: non è improbabile che si siano già toccati i minimi

Tutto questo, di conseguenza, si riflette sensibilmente in ambito finanziario, dove i mercati hanno già messo a segno dei pesantissimi storni, a causa di un quadro macro-economico avvolto dall’incertezza e di una significativa contrazione dei ricavi per le aziende. Un asset più di altri, in tal senso, è stato oggetto della tempesta finanziaria: il mercato azionario.

D’altro canto, questo asset, da sempre, è uno fra quelli maggiormente esposto alla volatilità, in grado di cambiare rotta, sensibilmente, nell’arco di poche ore. Non a caso, al giorno d’oggi, complice anche l’informativa sempre più ampia reperibile online o in altri mezzi di comunicazione, i cittadini sanno bene a cosa vanno incontro quando investono in questo comparto.

La crisi del Coronavirus è solo l’ultima che ha intaccato i mercati azionari, storicamente termometri di come l’economica naviga o, meglio ancora, navigherà nel futuro più prossimo. Alcuni analisti, infatti, sostengono che essi siano degli anticipatori di quale sarà l’andamento economico: non c’è da stupirsi, quindi, se talvolta sono in antitesi con gli indicatori economici più rilevanti, come, ad esempio, il PIL:

Non è casuale che un numero considerevole di trader affermi che gli storni innescatesi nelle scorse settimane abbiano anticipato, di fatto, quello che succederà nell‘economia reale nei prossimi dodici mesi: i minimi dei vari listini, salvo una nuova ondata pandemica, potrebbero essere già stati toccati nelle piazze finanziarie. E si aprirebbero, di conseguenza, delle significative opportunità di guadagno per chi decidesse di entrare o mediare in azioni.

Indici azionari mondiali: neppure il DAX e il Dow Jones fanno meglio dello Swiss Market

Nonostante la crisi sia, a tutti gli effetti, di portata mondiale, è interessante notare come alcuni listini si siano mostrati decisamente più resilienti, riuscendo a tenere la rotta in modo più consono rispetto ad altri. Fra questi, spicca indubbiamente la Borsa di Zurigo: sui dodici mesi (ovvero aprile 2019/aprile 2020) il rendimento è flat (0%), mentre da gennaio 2020 ad aprile 2020 la discesa del listino è stata “solo” del 9%.

Quanto sia stato lieve lo storno, perlomeno in questo contesto storico, lo si può notare paragonando l’indice elvetico con quello di alcuni fra i più importanti listini mondiali. Il DAX, ovvero l’indice della Borsa di Francoforte, ha accusato un -22%, in un’area geografica, come quella tedesca, che si è dimostrata in grado di gestire adeguatamente la pandemia, fornendo posti letto di terapia intensiva anche a pazienti francesi ed italiani.

Anche Parigi ha subito un forte rintracciamento: da inizio anno, il CAC 40 ha registrato una sensibile diminuzione del 26%. La forbice con Zurigo, come facilmente pronosticabile, si amplia maggiormente per i listini di Milano (-28%) e Madrid (-30%), già di per sé storicamente molto volatili in situazioni di crisi. Anche il Dow Jones (-17%) si è dimostrato meno resiliente del Swiss Market.

In questa fase dei mercati azionari, contraddistinti da una forte volatilità, volgere il proprio sguardo verso Zurigo potrebbe risultare particolarmente indicato. D’altro canto, le migliori azioni svizzere hanno mostrato di saper reggere l’urto della crisi pandemica meglio di altre e, ad oggi, sono decisamente appetibili dal punto di vista del prezzo.