In cosa consiste l’intervento di derattizzazione
Il problema dei ratti è sempre più diffuso, non solo in campagna, ma anche nelle grandi città. Oltre che sgradevole, la convivenza tra umani e ratti è fonte di gravi rischi igienico-sanitari: oltre ad avere un aspetto che quasi tutti reputano disgustoso, infatti, i ratti sono portatori di gravi malattie, e in un passato non lontano la loro presenza era causa e veicolo di terribili epidemie.
Oggi, per fortuna, grazie agli interventi di derattizzazione è possibile eliminare il problema dei ratti sin dalla radice, evitando che si ripresenti e soprattutto scongiurando il pericolo di riproduzione e infestazione di altri luoghi.
Per essere realmente efficaci, gli interventi di derattizzazione devono essere effettuati da personale specializzato, che possiede le competenze adatte e soprattutto si serve di materiale (esche, spray, ecc.) professionale.
I sopralluoghi preliminari
Si comincia con un accurato sopralluogo da effettuare sia nei luoghi chiusi (cantine, soffitte, ecc.), sia nei luoghi aperti circostanti. Il sopralluogo è fondamentale per comprendere le abitudini dei ratti e dunque colpirli in maniera efficace.
Chi ha esperienza in interventi di derattizzazione, può facilmente accorgersi del passaggio dei roditori in determinati luoghi piuttosto che in altro, è in grado di individuarne abitudini alimentari e non, e scova facilmente anche i loro nascondigli, gli anfratti nascosti in cui stanziano durante il giorno e proliferano.
La parte di lavoro preliminare, ovvero quella del sopralluogo (uno solo o molteplici), è forse la parte cruciale dell’intervento di derattizzazione, che per riuscire alla perfezione deve essere accuratamente pianificato e soprattutto mirato.
Gli spray e le esche
Dopo il sopralluogo, si passa all’azione vera e propria: per stanare e uccidere i ratti si utilizzano appositi spray da vaporizzare nell’aria o esce disseminate in luoghi strategici. Per ovvi motivi gli spray si utilizzano prevalentemente in ambienti chiusi, ma si può stare tranquilli, perché se le sostanze utilizzate sono letali per i roditori, sono invece assolutamente innocue per gli esseri umani.
Le esche vengono invece posizionate con appositi dispenser che consentono di mantenere inalterate le loro qualità organolettiche, rendendole così sempre appetibili per i ratti. L’ultima fase è quella della rimozione dei cadaveri e di qualsiasi condizione possa favorirne l’eventuale ritorno.