L’Italia è ricca di tracce culturali e di realtà che si sono sviluppate attingendo direttamente dal tessuto sociale, diventando, conseguenzialmente, note e, soprattutto, tentando di rivoluzionare un processo che ha a che fare anche con la socialità, l’economia, le risorse e le materie prime, oltre che i processi produttivi e distributivi di beni alimentari. Uno dei movimenti culturali più famosi in Italia è quello di Slow Food, associazione senza scopo di lucro nata nel 1986 e diventata famosa non soltanto in Italia ma in tutto il mondo, grazie al coinvolgimento di ben 160 paesi, attraverso presidi, piccoli movimenti culturali e altre tracce presenti in tutto il mondo.
Ad oggi, Slow Food è riconosciuto come uno dei simboli più importanti della tutela del territorio, dell’agricoltura, dell’enogastronomia e del rispetto per gli ecosistemi.
Ecco, sulla base di queste premesse, tutto ciò che c’è da sapere a proposito di uno dei movimenti culturali più famosi in Italia e non solo.
La nascita di Slow Food
La nascita di Slow Food c’è stata nel 1986, a Bra. Il movimento culturale è stato fondato da Carlo Petrini, in collaborazione con numerosi addetti ai lavori che hanno operato in piccoli territori e che, soprattutto, hanno permesso di restituire il valore che, poi, è stato inserito anche all’interno dello statuto e delle finalità fondamentali del movimento culturale.
Tra questi è, merita di essere citata sicuramente Pina Bongiovanni, cuoca e ristoratrice di un piccolissimo comune piemontese, Treiso in provincia di Cuneo, recentemente scomparsa con grande dolore da parte degli abitanti della provincia e ricordata proprio attraverso il marchio di Slow Food: per saperne di più, scegli cuneodice.it per scoprire il meglio della città.
Inizialmente, il movimento prese il nome di Arci Gola, sulla base delle classiche sigle da Associazioni Ricreative Culturali italiane, prima di evolvere verso un’accezione differente che ha poi permesso al movimento di diventare noto nella penisola e non solo.
Finalità fondamentale del movimento culturale è stata, da sempre, quella di contrastare il crescente fenomeno dei fast-food e del cibo spazzatura, restituendo il valore della difesa della biodiversità, della sovranità alimentare e di un certo proposito in termini e di agricoltura e allevamento, contrastando anche l’utilizzo di organismi geneticamente modificati e agricoltura massiva.
Naturalmente, obiettivo fondamentale è quello di promuovere la corretta alimentazione, sulla base di un rispetto per l’ambiente che passi attraverso scelte concrete, oltre che individuare i prodotti alimentari che permettono di salvaguardare la biodiversità.
Il successo di Slow Food in tutto il mondo
Dopo aver considerato quali sono stati i primi passi di Slow Food nell’ambito del mercato alimentare, è possibile sottolineare anche il successo di questa associazione culturale, che si è sviluppata attraverso diversi emblemi: in primo luogo, l’università di Scienze Gastronomiche fondata in Piemonte, oltre che in Emilia Romagna, grazie al lavoro di Carlo Petrini e Massimo Montanari. Il progetto più importante che ha permesso di garantire il successo all’associazione culturale è Terra Madre, un incontro mondiale delle comunità del cibo che avviene annualmente con diversi presidi, coinvolgendo cittadini di tutto il mondo e permettendo di sviluppare una rete che, in base alle diverse difficoltà territoriali avvertite in determinati paesi, ha coinvolto anche realtà geografiche come la Russia, la Svezia, l’India o il Burkina Faso.
Slow Food ha operato anche nel mercato dell’editoria, in quello giornalistico attraverso i periodici, fondando delle ONLUS per la tutela della biodiversità e, soprattutto, subentrando anche al livello politico con un’importante presenza nell’ambito degli accordi di Parigi del 2015.
Ad oggi, si può parlare del movimento culturale sottolineato tutte le possibili eccezioni di quest’ultimo e rendendosi conto di quanto importante sia per la salvaguardia del pianeta terra.