Il referendum costituzionale rappresenta un passo fondamentale per il futuro politico di Renzi e per la sopravvivenza del suo governo. Infatti da questa votazione si capirà in modo forse definitivo se il popolo italiano è dalla parte di Renzi o ormai non crede più al nuovo leader del Pd. Ecco in dettaglio cosa andrà a trattare questo referendum costituzionale e poi vedremo le opinioni delle varie aree politiche e le conseguenze che questo voto potrebbe avere.
Quando e cosa si andrà a votare.
Innanzitutto non è ancora chiara la data nella quale si potrà votare per questo referendum costituzionale, una prima idea infatti era quella di far votare agli inizi di ottobre tuttavia, dopo la batosta subita alle elezioni comunali di fine maggio, il Pd ha deciso di prendere tempo, forse perché consapevole che ci vorrà più tempo e più lavoro per convincere gli italiani a votare si.
La sensazione generale infatti è che una parte consistente dei cittadini sia delusa dal comportamento di Renzi e voglia “punirlo” votando no, tuttavia bisogna cercare anche di votare per il merito della riforma, e non solo per il suo significato politica.
In particolare si dovrà votare per confermare, o meno, il ddl Boschi, ossia la riforma che permette di modificare la nostra costituzione, riforma che è divisa in diversi punti. In particolare, tra i punti salienti di questa riforma, si ha innanzitutto l’eliminazione del bicameralismo perfetto.
Infatti il Senato subirà ampie variazioni e non avrà voce in capitolo per l’approvazione di leggi in diverse materie, mantenendo il suo potere legislativo solo per alcune determinate materie. Inoltre il Senato si modifica anche numericamente, infatti da 315 senatori si passerà a 100 senatori, con questi ultimi che non saranno più eletti dal popolo, ma direttamente tra i vari componenti dei consigli regionali e tra i vari sindaci presenti nel nostro paese.
Un’altra modifica importante è quella che prevede l’eliminazione
del Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro, con un nuovo organo che ne prenderà il suo posto. Naturalmente questa riforma costituzionale sta scatenando anche una forte discussione politica tra la maggioranza e le opposizioni, che hanno dato vita rispettivamente ai comitati del si e del no, andiamo a vedere ora le ragioni di entrambi.
Le ragioni del si e del no.
Le forze politiche che sostengono il Governo Renzi, soprattutto il Pd, hanno dato vita a tanti comitati per votare si al referendum costituzionale. In particolare i democratici sostengono che grazie a questa riforma non solo si ridurranno i costi della politica, ma soprattutto sarà possibile rendere anche più veloce il processo legislativo del nostro paese uniformandolo con gli altri paesi europei.
Inoltre un altro punto di favore di questa riforma, secondo i democratici, è la modifica che verrà fatta al titolo V della costituzione, andando a fare definitiva chiarezza sulle competenze che spetteranno allo Stato e agli altri enti locali, caos che non era stato mai affrontato dopo che, nel 2001, il governo Berlusconi introdusse una modifica simile, ma finì per creare solo confusione.
Le opposizioni invece, con il Movimento cinque stele in testa, gridano no, cioè questa riforma non va votata, perché non è vero che i costi della politica si riducono, inoltre non sarà più possibile eleggere direttamente i senatori, che saranno nominati, in questo modo i vari partiti potranno tutelare a loro piacimento i vari elementi di spicco, magari eleggendoli proprio senatori.