È tornato a splendere il sole sulle sponde della Città degli Angeli. Dopo anni difficili, i Los Angeles Lakers sono pronti a tornare al vertice della NBA grazie alle loro due nuove stelle: LeBron James e Anthony Davis. Sono loro i prescelti per ripercorrere le orme di grandi coppie come Magic Johnson e Karim Abdul-Jabbar e Shaquille O’Neal e Kobe Bryant che hanno fatto la storia della franchigia gialloviola. E l’inizio di stagione non fa che confermare le previsioni: i losangelini sono pronti per tornare all’Anello.
Partiamo dalla fine. Trascinati dai numeri di Anthony Davis ( 26 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) e LeBron James (25 punti, 12 dei quali nel quarto quarto) i Lakers hanno conquistato per 95 a 80 contro Miami la settima vittoria stagionale in nove partite giocate e si sono portati al primo posto della iper-competitiva Western Conference. Una gara vinta soprattutto grazie alla difesa con gli Heat tenuti a un misero 35% dal campo con soli 14 punti a referto nell’ultimo parziale. E il momento positivo è destinato a continuare. Dopo aver affrontato i Raptors, i gialloviola se la vedranno con Phoenix e Golden State pronti ad allungare la striscia di vittorie, due squadre sicuramente abbordabili.
Dire che i Lakers versione 2019/2020 sono solo LeBron e Davis (primo nella Lega per stoppate a partita, 3.11) è a dir poco riduttivo. Anche se King James a quasi 35 anni continua a stupire (contro gli Heat è diventato il terzo giocatore della storia NBA con 1000 partite oltre quota 20 punti insieme a Karl Malone e Kareem Abdul-Jabbar e sta incredibilmente guidando la classifica degli assist con 11 a uscita), è la difesa la chiave del grandissimo avvio dei gialloviola. A confermarlo è lo stesso James: “Il nostro segreto è la comunicazione” ha commentato orgoglioso il numero 23. “La cosa che mi piace di più di questa squadra è che non ci facciamo intimorire, non ci abbattiamo quando le cose vanno male. Non è comune per un gruppo così nuovo”.
In California si torna così a sognare dopo anni di magra e uno scorso campionato, il primo di James in maglia gialloviola, conclusosi con la delusione della mancata qualificazione ai playoff. Adesso però sono in due gli alfieri di una franchigia che ha spesso fatto delle coppie di stelle la chiave dei propri successi.
Negli occhi dei supporter dei Lakers sono ancora ben stampate le imprese di Shaquille O’Neal e Kobe Bryant, capaci di portare per tre volte la squadra in vetta alla NBA. Pivot immarcabile il primo, forse l’ultimo esempio di centro dominante delle Lega, fenomeno in guardia il secondo, hanno dato vita a una dinastia che poteva essere molto più lunga se i due avessero saputo come far convivere due caratteri spesso agli antipodi.
Prima di loro, però, erano stati Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar a inaugurare l’era delle coppie d’oro e quella dello “showtime”. I due, insieme al terzo violino James Worthy cambiarono il modo stesso di intendere il basket e lo portarono a nuovi livelli di spettacolarità. E a rendere ancora più sfolgorante la leggenda arrivò l’acerrima rivalità con i Boston Celtics di Larry Bird, identificati con il gioco “vecchia maniera”, fatto di fondamentali perfetti e di durezza fisica e mentale. Furono proprio verdi e gialloviola a portare la NBA sugli schermi di nuovi appassionati in ogni angolo del globo.
Quella squadra, allenata dal coach Pat Riley, oggi presidente dei Miami Heat, vinse il titolo per cinque volte, con trionfi indimenticabili come quelli del 1979-80 contro i Philadelphia 76ers e del 1984-85 contro gli acerrimi rivali dei Boston Celtics. Il tutto sotto la guida di Jerry West, alias Mr. Logo o Mr. Clutch, ovvero uno dei giocatori più forti di tutti i tempi e poi dirigente dal grandissimo fiuto. Una vera e propria epopea che a breve rivivrà sugli schermi televisivi: è infatti in preparazione una serie tv tematica targata HBO che ripercorrerà tutte le tappe di quella fantastica squadra.