Le più grandi cessioni della Lazio 

Durante l’epoca di Sergio Cragnotti, contraddistinta da un misto di emozioni estremamente diverse l’un l’altra, si può tranquillamente affermare che la Lazio è stata una sorta di “antesignana” dei tempi moderni, mettendo all’atto pratico una sorta di quello che, oggi, viene definito “player trading”. Il periodo storico è di oltre 20 anni fa: le dinamiche, per quanto ovvio, sono totalmente differenti rispetto a quelle attuali. 

Il concetto di base, ovvero acquistare giocatori per poi rivenderli dopo averne ottimizzato il guadagno, anche in un arco temporale di breve periodo, era ben chiaro ai dirigenti laziali, che misero a segno dei colpi, tecnicamente ed economicamente parlando, davvero notevoli. Operazioni, però, che non riuscirono a rendere solide e stabili le casse societarie, anche per motivi che non riguardano strettamente il rettangolo verde. 

Christian Vieri, mister 90 miliardi 

Il Calciomercato Lazio, quindi, era estremamente dinamico e conquistava le prime pagine dei quotidiani nazionali. E non solo. L’esempio più lampante, a tal proposito, risale all’estate del 1999, quella dominata dal tormentone musicale del “Supercafone”. Dopo aver perso uno Scudetto che sembrava ormai cucito sulla maglia, la dirigenza biancoceleste decise di cedere il pezzo pregiato e luccicante dell’argenteria di casa: Christian Vieri

L’italo-australiano, acquistato nel 1998 per circa 55 miliardi, venne ceduto all’Inter per oltre 90 miliardi, stabilendo un record assoluto per quei tempi: i 50 miliardi scuciti da Moratti per strappare Ronaldo solo due estati prima, sembravano davvero poca cosa a confronto. A distanza di oltre 20 anni, Vieri rappresenta, tutt’oggi, la cessione più importante – economicamente parlando – nella storia della Lazio. Nell’operazione fu coinvolto anche Diego Simeone, che passò dall’Inter alla Lazio per circa 15 miliardi: l’esborso economico nerazzurro, quindi, si attestò attorno a 75 miliardi. 

Veron, il piede destro fatato che condusse la Lazio alla vittoria del secondo Scudetto

Con quel tesoretto, la Lazio fece acquisti mirati e riuscì, al termine della stagione 99/00, a vincere il secondo Scudetto della propria storia. Tra quelli più azzeccati rientrò, senza dubbio alcuno, Juan Sebastian Veron, che fu determinante per la conquista del “Tricolore”: il suo splendido piede destro, abbinato ad una tecnica sublime ed una buona presenza fisica, lo resero centrale nel progetto di Sven Goran Eriksson

La “Bruijta” venne acquistato dal Parma per la cifra di circa 60 miliardi (30 milioni di €uro) e riuscì ad incidere anche dal punto di vista realizzativo, mettendo a referto la bellezza di 10 gol nella prima annata laziale (miglior “score” stagionale nella carriera dell’argentino, 8 in campionato e 2 in Champions), annata in cui i biancocelesti vinsero anche la Coppa Italia (unico “double” nella storia della Lazio)  e raggiunsero i quarti di finale in Champions League (massimo traguardo ottenuto dalla compagine romana nella coppa dalle “grandi orecchie”) 

Dopo due anni nelle fila della Lazio, Veron venne scelto personalmente da Alex Ferguson per dare maggior geometria e fosforo al centrocampo del Manchester United. Per convincere la Lazio a cedere il giocatore, però, il manager scozzese dovette staccare un assegno di quasi 43 milioni: in due anni, Veron generò una plusvalenza di oltre 13 milioni, terza cessione più elevata nella storia della Lazio.

Pavel Nedved: un futuro “Pallone d’Oro” che fruttò dieci volte la cifra spesa

Tra Vieri e Veron, al secondo posto di questa classifica relativa alle cessioni biancocelesti più sostanziose, si insedia Pavel Nedved, che fu ceduto alla Juventus, dove riuscì a conquistare un “Pallone d’Oro”, per la cifra di 45 milioni. L’ala sinistra ceca arrivò a Roma nell’estate del 1996, al termine di un Europeo che lo vide tra i protagonisti assoluti della kermesse continentale, dove ottenne un secondo posto finale con la maglia della propria nazionale. 

In pochi, però, erano pronti a scommettere sul calciatore proveniente dallo Sparta Praga, nonostante le ottime prestazioni di Euro ‘96. A quei tempi, d’altro canto, internet non era ancora diffuso in tutte le case: la conoscenza dei giocatori era limitata, a maggior ragione se militavano, come Pavel, in un campionato “periferico”. La Lazio sborsò quasi 10 miliardi, una cifra di tutto rispetto per la metà degli anni ‘90, poco meno di 5 milioni di €uro, e lo lasciò partire, direzione Torino, per una cifra quasi dieci volte superiore, al termine di cinque splendide annate di onorata militanza laziale.