Come si può facilmente intuire, nel momento in cui si parla della vista, si fa riferimento a uno dei grandi doni che la vita ci ha fatto. Con il passare degli anni, è chiaro che c’è stata una grandissima evoluzione anche in questo particolare ambito della medicina, facendo numerosi passi in avanti per quanto riguarda la cura di un gran numero di patologie.
Sia la ricerca che il progresso sotto il profilo tecnologico hanno portato in dote strumenti e sistemi sempre più all’avanguardia e, al contempo, sempre più efficaci in riferimento alla risoluzione delle malattie più diffuse e comuni che possono andare a colpire la vista. Il tutto, andando semplicemente ad effettuare degli interventi molto rapidi, poco invasivi e anche decisamente poco dolorosi, il tutto soprattutto grazie alla chirurgia refrattiva.
Strumenti sempre più innovativi
Nello specifico, uno dei più importanti step in avanti che sono stati fatti riguarda sia la creazione che la diffusione in misura sempre maggiore della tecnologia: un’ampia panoramica di tecniche laser che fanno dell’estremo grado di precisione l’aspetto principale in comune.
Tutto quello che, fino a qualche anno fa, veniva portato a termine dalla mano del chirurgo che si occupava dell’intervento, e dalla sua capacità di fermezza dei movimenti, ecco che oggi è legato all’uso di specifici macchinari e innovativi sistemi tecnologici.
Grande merito va dato all’uso in questo campo del laser. Basti pensare come il principale vantaggio legato all’adozione del laser in questo particolare ambito, ovvero il quasi azzeramento totale di errori nelle percentuali legati alla corretta esecuzione degli interventi alla vista.
C’è da mettere in evidenza come alcune tecniche si caratterizzano per essere solamente in parte meccaniche, come nel caso del Lasik, oppure per non essere assolutamente invasive e dolorose, come accade con il cross-linking. Inoltre, hanno anche la peculiarità di portare a degli interventi molto efficaci e a livello di risultato finale, che prevedono anche una convalescenza che è, spesso e volentieri, decisamente limitata. Infatti, l’obiettivo principale che ci si pone e che si vuole raggiungere è, come si può facilmente intuire, quello di recuperare completamente la vista, nel minor tempo possibile.
I vari step in avanti che sono stati fatti nel corso degli ultimi anni hanno permesso una volta per tutte di evitare l’associazione tra la chirurgia refrattiva e l’anestesia totale. In tal senso, ogni tipo di operazione che va a correggere le ametropie e i vari difetti legati alla visione, così come tutti quegli interventi che sono legati alla cataratta oppure al cheratocono, viene portata a termine tramite una normalissima anestesia topica, sfruttando l’effetto di specifici colliri che vengono instillati giusto qualche minuto prima di svolgere l’operazione.
L’importanza della diagnostica
Un ruolo sempre più importante in questo ambito ce l’ha sicuramente la diagnostica. Infatti, nel campo chirurgico, senza che vengano svolti degli specifici controlli, test ed esami in via preliminare, come ad esempio la topografia corneale e l’aberrometria oculare, è difficile poter ottenere una serie di dati e informazioni decisamente chiare e precise. Solo in quest’ultimo caso, infatti, si potrà dare una valutazione efficace e corretta circa la necessità di intervenire effettivamente in maniera chirurgica su un paziente o meno.
Nonostante siano certamente indolori e anche molto veloci, gli interventi di chirurgia refrattiva si caratterizzano per essere in ogni caso delle operazioni chirurgiche. Quindi, per fare in modo che tutto vada per il verso giusto, c’è sempre bisogno di conoscere in maniera estremamente precisa lo stato di salute effettivo in cui si trova l’occhio e se si potrebbero verificare delle complicanze in seguito all’intervento, mettendo sempre al primo posto la sicurezza e la salute dei pazienti.